mostre

pubblicazioni

contatti

NEW AGRIculture

progetti selezionati

Il titolo della mostra tematica che OPOS proposto nel 2004 è quello di NEW AGRIculture.

Nuova agricoltura nel senso di immaginare di ripensare il rapporto che esiste tra le persone e il territorio naturale, con le sue attività, i suoi ritmi, le sue cose, la sua estetica.

Una nuova sensibilità ha contagiato tutto il mondo occidentale ed è particolarmente evidente in Europa, grande territorio storico in cui la dicotomia città-campagna è entrata in crisi da lungo tempo.

Il tradizionale spazio dell’agricoltura, lo spazio naturale che era attorno alla città è diventato una sorta di nuovo reticolo esistenziale, produttivo, estetico (si veda per una prima suggestione estetica es. il progetto dei primi anni novanta di Agronica di Andrea Branzi).

Sempre più spesso i luoghi, le professioni, le culture, gli stili di vita che facevano parte di questo mondo agricolo sono sottoposti ad una forte spinta al cambiamento.

Il tema della mostra è proprio quello di proporre un’analisi di come questo cambiamento stia avvenendo e di definire una proposta progettuale che immagini nuovi scenari e nuovi prodotti (questo è il ruolo di un potenziale ricerca di design).

La vita di noi tutti è piena di questi nuovi segni modificati: come consumatori siamo sommersi da un cambiamento nei prodotti agricoli che continuamente consumiamo. Il tipico, lo slow, il biologico, l’equo e solidale, il geneticamente modificato, sono categorie della produzione agroalimentare ma sono anche nuove categorie esistenziali, dello stile di vita.

Questa nuove realtà agricole creano anche nuovi personaggi come il gastronauta o l’agriturista, e sono accompagnate da nuove forme di scoperta del territorio e dei suoi prodotti.

Proprio il territorio, il terroir, è la frontiera dei nuovi attraversamenti aiutati da potenti strumenti di comunicazione e di servizio (i marchi dei produttori locali tipo le strade dell’olio o del vino, le fiere di promozione, le associazioni tipo Slow Food…) e caratterizzati da nuove logiche di produzione (la ricerca della qualità, la personalizzazione dei prodotti…).

A questa tendenza avanzata se ne contrappone anche una molto differente che invece parla di agribusiness ovvero di sfruttamento intensivo del territorio agricolo, di produzione massificata e industrializzata, spesso controllata da grandi gruppi multinazionali che impongono modelli di sfruttamento agricolo del territorio che impoveriscono le comunità locali e modificano (spesso in maniera irreversibile) il paesaggio.

Il discorso è complesso: la dinamica di crescita demografica spinge anche in realtà a considerare la necessità di aumentare la produzione o gestire meglio (in una maniera meno speculativa e commerciale e più vicina alle reali necessità delle persone) quella esistente.

Possiamo quindi considerare come campi del progetto due situazioni contrapposte: da una parte la campagna valorizzata, esteticamente progettata, toscanizzata tipica di molti paesi occidentali e dall’altra il modello di campagna ipersfruttata, produttivista ancora presente nei paesi occidentali e che si sta trasferendo in maniera indiscriminata ai paesi in via di sviluppo, distruggendone cultura, competenza, biodiversità.

L’intervento del design dovrebbe a nostro parere incoraggiare la creazione e diffusione di progetti che incoraggino (a scale differenti, dal prodotto, al sistema, alla tecnologia, alla dimensione comunicativa e concettuale) una visione critica dell’agricoltura e del territorio. Sia dal punto di vista della creazione di uno sviluppo economico sostenibile ma anche dal punto di vista della produzione di un’estetica, di un paesaggio, di gesti d’uso e prodotti innovativi e consapevoli.

Vogliamo quindi incoraggiare una riflessione: se il territorio diventa una merce perché non provare veramente a cambiarla attraverso il progetto di design? Perché non affrontare (e cancellare) alcuni stereotipi culturali ed estetici che stanno soffocando la nostra percezione di quella che è l’attività agricola?

OPOS pensa che questo tema sia assolutamente centrale per immaginare un futuro modello di sviluppo umano e naturale. Così facendo segnala di nuovo la sua attenzione ai temi di forte impatto sociale e culturale e il suo approccio progettuale concettuale e di visione.

I designer invitati saranno liberi di proporre idee progettuali attraverso prototipi, progetti comunicativi, video, installazioni, fotografie e quant’altro ritengano importante per raggiungere gli obiettivi sopradescritti.